Alto Adige, il campanile sommerso di Resia

Sicuramente lo conoscete, lo avrete già visto in cartolina o in uno dei tanti documentari. Il campanile sommerso di Resia è una visione affascinante e anche inquietante che solo questo angolo di Alto Adige può offrire. La sua esistenza è legata a una storia che i turisti imparano ad amare ma che per i locali simboleggia le radici del proprio passato. Nemmeno tanto remoto.

Quando si viene al lago di Resia per ammirare questo spettacolo ci si dimentica che tutto intorno sorge il comune di Curon Venosta, con una serie di meraviglie naturali e artistiche che non sarebbe male scoprire. Magari unendole all’itinerario del lago. Regalatevi una vacanza in montagna da queste parti, per rendere emozionante la vostra estate.

L’antico campanile del lago di Resia

A nord del paese di Curon Venosta sorgevano tre laghi di montagna: Resia, Lago di Mezzo e San Valentino alla Muta. Per esigenze idrogeologiche, nel 1950 vennero unificati i due laghetti di Resia e Di Mezzo, costruendo una diga che alzò il livello dell’acqua del primo lago riversandola nel secondo.

Si creò così quello che attualmente è il lago più grande dell’Alto Adige, ma sacrificando il centro della frazione di Resia e la parte a valle del comune di Curon. Vennero infatti totalmente demoliti e sommersi e si dovettero ricostruire le case più a monte. Di quei centri abitati rimase visibile soltanto il campanile della chiesa di Curon. Costruito nel 1357, a coronamento di una bellissima chiesa Romanica, non crollò con le mine della demolizione.

Si lasciò in piedi convinti che l’acqua lo avrebbe sommerso tutto, invece rimase scoperta la punta. Da allora questo campanile che emerge come un fantasma dal lago è simbolo dello scempio del progresso sulle valli. Ma anche – nonostante il dolore degli abitanti – simbolo molto apprezzato del turismo altoatesino.

La leggenda del campanile

Al campanile è legata una leggenda. In inverno, quando il lago diventa una enorme distesa di ghiaccio, si sentono suonare le campane sommerse. Cosa impossibile – dato che queste furono rimosse nel 1959, poco prima dell’allagamento della vallata. Secondo gli abitanti del posto, le campane fantasma suonano a ricordo dell’affronto portato a questa terra. Alle case scomparse. Ma soprattutto al cimitero.

Sono davvero i morti oltraggiati di Resia e Curon che suonano in modo tanto lugubre nelle notti di neve? Per scoprirlo bisogna venire qua in inverno. Perché, oltre al mistero, si può vivere una esperienza eccezionale: arrivare fino al campanile a piedi, camminando sul ghiaccio. In estate invece ci si avvicina al monumento in barca.

Nei dintorni di Resia

Oltre al lago e al campanile sommerso, il comune di Curon Venosta offre molte altre bellezze da ammirare. Il Museo di Alta Val Venosta ad esempio è il luogo in cui scoprire la storia e l’arte di queste valli. Le nuove chiese, ricostruite negli anni Sessanta del secolo scorso ma con forme che richiamano quelle sommerse.

Si possono fare escursioni nei boschi intorno al lago di Resia, o anche al bellissimo lago San Valentino alla Muta. Se amate pedalare, usate la ciclabile dell’Adige alla scoperta dei vicini paesi di Burgusio, Malles, del castello di Glorenza, la chiesa di Sant’Anna di Curon e il borgo di Salg.

Come arrivare

In auto si arriva da Merano, seguendo le indicazioni per Passo di Resia lungo la SS38 e poi (da Oris in poi) la SS40. Da Trento, autostrada A22 per Bolzano, uscita Bolzano Sud e poi SS38 verso passo di Resia. L’aeroporto di riferimento è San Marco di Venezia.

Curon fa parte della Val Venosta dove corrono sia le Ferrovie Italiane che le linee ferrate della DB OBB. Le tante stazioncine della zona consentono di usare entrambe le linee comodamente, arrivando a destinazione in pochi minuti.